lunedì 1 settembre 2014

I guerrieri del califfo: parlano cinque jihadisti dell’esercito di al-Baghdadi

«Ci droghiamo prima della battaglia, uccidiamo per denaro o convinzione». Le testimonianze dell’ideologo, l’allievo, il miliziano e degli esperti di bombe

DI GIUSEPPE CIULLA E CRISTINA SCANU
I guerrieri del califfo: parlano cinque jihadisti dell’esercito di al-Baghdadi


«Prima di andare in battaglia ci danno delle pillole allucinogene per attaccare i nemici senza provare paura: Baltan, Capticol, Zolam, Briximol e anche hashish». Parlano cinque guerrieri dell' esercito dello Stato islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, l'uomo che ha proclamato il califfato in un vasto territorio a cavallo tra la Siria e l'Iraq e considerato il nemico numero uno dell'Occidente.

“L'Espresso” in edicola venerdì (il servizio integrale da subito online anche su E+ ) riporta le testimonianze di cinque miliziani catturati dai curdi del nord della Siria. Uno di loro comandava una squadra, conferma l'uso di droghe e anche l'arrivo nelle loro file di diversi combattenti arrivati dall'Europa: «Ne ho visti due che venivano dalla Germania, uno dalla Spagna, uno anche dall'Italia, ma non abbiamo mai avuto rapporti personali con loro perché li chiamano “mihajirin”, gli immigrati, e non ci era permesso frequentarli da vicino».
Un esperto in ordigni afferma che per ogni attentato riuscito veniva pagato 50 mila lire siriane (327 dollari) e di essersi arruolato anche per denaro. Naturalmente l'aspetto ideologico è importante: «Vogliamo creare uno Stato islamico. I cristiani sono dei miscredenti ed è per questo che devono convertirsi all'Islam. Se non si convertono devono pagare una tassa per poter mantenere la propria fede. Se non lo fanno, vengono uccisi».

Tra i cinque anche l'insegnante di una madrasa di Damasco e il suo allievo che del maestro dice: «Durante le sue lezioni sosteneva che per raggiungere il paradiso di deve necessariamente uccidere. Se uccidi un cristiano vai direttamente in paradiso. Se non lo fai sei considerato un peccatore, verrai torturato e finirai all'inferno».
Oltre ai cinque guerrieri del califfo, su “l'Espresso” anche la testimonianza di un cristiano europeo di origine siriana e che parla italiano. Nel Vecchio Continente ha lasciato la discoteca che gestiva e una fidanzata parrucchiera. Ora combatte gli islamisti e di loro dice: «Non hanno etica né regole. Quando avanzano non sentono la paura della morte. Cercano il martirio perché li farà arrivare in paradiso. Per questo attaccano come furie. Ti sgozzano, tagliano orecchie, nasi, teste. Uccidono in modo disumano».
Fonte:http://espresso.repubblica.it/

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