David Vine, professore universitario, editorialista, una firma molto nota nei maggiori giornali internazionali, soprattutto negli Usa, ha realizzato un’accurata ricognizione sulle basi militari americane nel mondo. L’inchiesta, pubblicata pubblicata su Tom Dispatch (sito di approfondimento della celebre rivista liberal/progressista The Nation) è passata sotto silenzio, nonostante le indubbie ”verità” che essa sorprendentemente rivela forse a causa dello scandalo Snowden, (la gola profonda della Nsa, che raccontò ai quattro venti come la Nsa spiava nemici ed alleati).
L’importanza della Sicilia, scrive il professore Vine, “è cresciuta nell’era della Guerra Globale al Terrorismo, quando il Pentagono ha cominciato a farla diventare il maggior nodo delle operazioni militari americane per l’Africa, distante meno di 150 chilometri nel Mediterraneo. Dal 2001 il Pentagono ha speso per la costruzione della Naval Air Station di Sigonella più che per ogni altra base ad eccezione di Vicenza”.
“Sigonella, oggi, è la seconda stazione aereo-navale più movimentata d’Europa, ed è stata usata per prima per i droni di sorveglianza Global Hawk nel 2002. Dopo di che nel 2008 funzionari americani e italiani hanno firmato un accordo segreto che permette formalmente di basare lì i droni. E i droni consentono la formazione dell’ Alliance Ground Surveillance System , del valore di 1.7 miliardi di dollari, che dà alla Nato capacità di sorveglianza in un raggio di 15.000 chilometri da Sigonella”.
Dal 2003 – continua Vine – la Joint Task Force Aztec Silence (“forza congiunta Usa/Eu contro il terrorismo internazionale nelle aree sotto governate del Nord Africa e per costruire alleanze più strette con quei governi” nelle parole del generale James al Senato Usa, ndr) ha usato aerei di sorveglianza P-3 basati a Sigonella per monitorare gruppi insorgenti in Africa del Nord e Africa Occidentale. E dal 2011 Africom ha dispiegato nella base una task force con 180 marines e due aerei per fare addestramento anti-terrorismo a personale militare africano in Botswana, Liberia, Gibuti, Burundi, Uganda, Tanzania, Kenia, Tunisia e Senegal.
“Sigonella – prosegue – ospita anche una delle stazioni di comunicazioni satellitari del Global Broadcast Servicee e presto vedrà lo sviluppo della base Nato Joint Intelligence, Surveillance &Reconnaissance e del centro di analisi dati e addestramento. Lo scorso giugno un sottocomitato del Senato americano ha raccomandato di spostare le forze speciali operative e i CV-22 Ospreys (aerei a decollo verticale della Boeing, ndr) dalla Gran Bretagna alla Sicilia, dal momento che Sigonella è diventata la piattaforma di lancio chiave per missioni relative alla Libia e data l’instabilità in quel paese e l’emergenza di attività di addestramento terroristi in Nord Africa”.
“Non lontano, a Niscemi, la Marina Usa spera di costruire – conclude il professore (poco informato dello stato avanzato dei lavori) – un’installazione di comunicazioni satellitari ad altissima frequenze, a dispetto dell’opposizione di siciliani e altri italiani preoccupati degli effetti delle radiazioni elettromagnetiche per gli uomini e l’ambiente”
Fonte:http://www.siciliainformazioni.com/
Fonte:http://www.siciliainformazioni.com/
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