Gli Stati Uniti accusano apertamente, per la prima volta, la Russia, di essere responsabile del disastro aereo del 17 luglio, quando nei cieli dell’Ucraina orientale fu abbattuto un Boeing 777-200 della Malaysia Airlines con a bordo 298 persone, nessuna delle quali sopravvissuta. «Siamo giunti alla conclusione», ha affermato Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, «che Vladimir Putin e i russi sono colpevoli di quella tragedia. I separatisti, che sono appoggiati dalla Russia», ha detto ancora Earnest, «hanno ricevuto l’addestramento necessario per l’utilizzo dei sistemi di arma ricevuti, compresi quelli anti-missilistici. E», ha puntualizzato, «sulla base delle informazioni circolanti on-line, tali armamenti includono batterie “Sa-11 Gadfly”»: così chiamato nel codice Nato, “Buk” per Mosca, si tratta del tipo di missile terra-aria che sarebbe stato impiegato per distruggere l’aereo di linea.
Due giorni fa uno dei capi dei miliziani separatisti filo-russi, Alexander Khodakovsky, aveva ammesso di averne la piena disponibilità, per poi invece affrettarsi a smentire se stesso già all’indomani. «Il presidente Putin è responsabile», ha rincarato la dose il portavoce della Casa Bianca, in quella che è stata finora l’accusa più pesante e diretta rivolta da Washington al leader della Federazione Russa. Gli Stati Uniti, ha concluso Earnest, si sono fatti carico del coordinamento di una «risposta» da parte della comunità internazionale: e, una volta che le indagini permetteranno di «portare davanti alla giustizia» chi ha la responsabilità della sciagura aerea, lo stesso Putin dovrà risponderne sul piano legale. Anche l’ex segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in un’intervista alla Cnn, non ha usato mezzi termini: «È necessario che l’Europa capisca che Putin deve essere affrontato (...). E se gli Usa e l’Europa non fanno fronte comune, credo che Putin sia il tipo di uomo che può arrivare fino in fondo per farla franca», ha detto ancora Hillary Clinton, definendo il presidente russo un «arrogante, un uomo difficile con cui trattare».
Sanzioni Ue a Mosca
Il duro attacco degli Stati Uniti arriva il girono dopo che l’Unione europea ha deciso di ampliare le sanzioni adottate a suo tempo nei confronti della Russia per il suo coinvolgimento nel conflitto in Ucraina, imponendole anche contro i vertici dell’intelligence di Mosca. Si tratta nel complesso di 33 nuovi soggetti cui si applicheranno il congelamento dei beni e il divieto di viaggio sul territorio comunitario, entrati in vigore attraverso la pubblicazione dei relativi provvedimenti sulla Gazzetta Ufficiale Ue: diciotto entità e quindici singoli individui. Tra questi ultimi sono compresi Alexander Bortnikov e Mikhail Fradkov, direttori rispettivamente dell’Fsb, il controspionaggio erede principale dell’ex Kgb attivo all’epoca della disciolta Unione Sovietica, e dell’Svr, lo spionaggio internazionale.
Crisi politica ucraina
Il peso della guerra si è fatta sentire anche a livello politico in Ucraina. Dopo che il premier Arseniy Yatsenyuk ha dato le sue dimissioni, il parlamento voterà la fiducia al governo durante una sessione speciale convocata per giovedì prossimo. Lo ha fatto sapere il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, dopo aver incontrato i leader parlamentari. Yatsenyuk aveva annunciato le proprie dimissioni a seguito del ritiro dalla coalizione di governo del partito nazionalista Svoboda e del movimento Udar di Vitaly Klitschko. Il crollo della coalizione, ha detto però Poroshenko, «non è una base per le dimissioni del governo», anche se «non sono esclusi» cambiamenti nella composizione dell’esecutivo.
I corpi in Olanda
Oggi, sabato, altre 35 bare con resti di vittime dell’abbattimento del volo malese Mh17 sono attese oggi in Olanda, con un aereo proveniente da Kharkiv in Ucraina. Al momento sono arrivate 189 bare, anche se non è chiaro quanto corpi contengano. A bordo del volo abbattuto vi erano 298 persone di diverse nazionalità, fra cui 194 olandesi (uno con doppia nazionalità italiana) e 37 australiani. L’identificazione delle vittime è stata affidata agli olandesi.
Fonte:http://www.corriere.it/
Nessun commento:
Posta un commento