Iraq. Gli Usa apprendisti stregoni si propongono come "salvatori". Ma la bugia non regge
Dalla guerra diretta di Bush padre e figlio a quella indiretta. Il risultato è un numero ancora maggiore di distruzione, morti e caos in Iraq, nonchè il pericolo che la creatura degli Usa, l’Isis, si scagli contro la mano del padrone.
Quando nel 1991 Bush Senior bombardava la prima volta l’Iraq in molti sapevano che fin quando Saddam sarebbe rimasto al suo posto il rischio di una guerra 2.0 sarebbe rimasto sullo sfondo. E così è stato infatti, con il figlio Bush Junior che ha concluso quanto cominciato da suo padre, portando distruzione e morte in Iraq e alla caduta di Saddam. Tutto risolto? Non sembra proprio.
Gli Stati Uniti hanno, per certi versi, perso questa guerra di lunga durata dal momento in cui non sono riusciti a ottenere il controllo del territorio tanto sospirato. E’ arrivato poi il “nobel” Obama a parlare di pace e di ritiro dall’Iraq, ma in realtà non si trattava affatto di una ritirata ma semplicemente di un cambiamento di rotta con il passaggio dalla guerra diretta a quella indiretta. Una guerra sotto copertura che gli Usa portano avanti con tutti i mezzi estendendo il loro raggio d’azione anche alla Siria. Da qui il passo alla creazione dell’Isis anche grazie al placet della Cia che permetteva a tutti gli islamisti direcarsi in Siria per combattere Assad.
E dire che moltissimi dei capi dell’Isis avevano avuto il loro battesimo di fuoco nella guerra civile libica, allorquando gli Usa si dimenticarono che erano dei terroristi e li armarono e pagarono contro Gheddafi. Sono gli stessi che sono piombati in Siria uccidendo e rapendo cittadini inermi, con gli Usa che invece vedevano in Assad il grande cattivo da rovesciare, ovviamente per meglio fare i propri interessi.
Per magia però proprio l’Isis è arrivato in Iraq dove, guardacaso, ha offerto agli Usa sul piatto d’argento la possibilità di cominciare la terza guerra in Iraq dal momento che Baghdad proprio non ne vuole sapere di regalare il suo petrolio a Washington. Da qui l’importanza dell’Isis, finanziato e coperto dagli Usa, e oggi il casus belli che si cercava per mostrarsi al mondo come i salvatori degli oppressi. I media però sembrano non ricordare che l’Iraq è uno Stato piegato da dieci anni di guerra spietata degli Usa, e soprattutto non ricorderanno che, guardacaso, questa invasione dell’Isis è arrivata proprio mentre la Cina stava stringendo legami importanti con il Premier Nuri Al-Maliki.
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