photo NASA |
di Gianni Lannes
Neil Armstrong sulla Luna nel 1969? Ancora oggi non esiste una prova indipendente dell’allunaggio a stelle e strisce. A parte le incongruenze tecniche, ecco alcuni interrogativi tra i tanti: come mai la NASA non ha mai misurato i livelli di radioattività? Come hanno fatto gli astronauti a tornare indenni, senza neanche un graffio tumorale?
Per Nixon piantare la bandiera a stelle e strisce sul satellite della Terra era prima di tutto uno schiaffo ai sovietici e poi una distrazione dal bagno di sangue in Vietnam e l’inflazione che cominciava a silurare l’american dream.
Un altro punto di domanda grande come una grattacielo ha trovato nel 1987 una mole di argomentazione: nel libro di uno scienziato che aveva partecipato in maniera marginale ad Apollo. William Kaysing ha lavorato dal ’57 al ’63 come direttore delle pubblicazioni tecniche per il Rocketdyne Research Department (fornitore delle macchine per il progetto Apollo). Il suo Non siamo mai stati sulla Luna (tradotto in Italia nel ‘97) diventò un caso. Un libro fotografico, più che un saggio, ma che sulle incongruenze delle foto pubblicate dalla Nasa puntava per arrivare alla verità indicibile: l’inganno di proporzioni planetarie. Ecco quelle principali. Nelle foto non appare mai un cielo stellato. Le ombre presenti nelle fotografie divergono: l’unica spiegazione è che sono state usate luci artificiali, poiché il Sole non potrebbe che creare ombre parallele. La bandiera Usa si muove, ma sulla Luna non c’è atmosfera. Il Lem atterra senza alzare nuvole di polvere e i suoi «piedi» risultano essere fin troppo puliti. La NASA stanziò 30 milioni di dollari per tentare di smontare le tesi dei negazionisti, poi rinunciò. Ma ha perso altra credibilità quando, nel 2006, è emerso che avevano smarrito i filmati originali dello sbarco. «I nastri non sono andati persi. Il problema è che non sappiamo dove sono», fu il commento, poco convincente. Per Kaysing era una conferma: «La Nasa non poteva realizzare Apollo. Il paesaggio lunare fu costruito in laboratorio, mentre il falso metraggio fu girato al Norton Air Force Base di San Bernardino. Avevano un set di apparecchiature, ognuna migliore di quelle di tutti gli studi di Hollywood».
photo NASA |
E poi la bomba atomica finale: «La persona incaricata di girare il film fu Stanley Kubrick». Nel 1968 Kubrick sarebbe stato contattato dalla Nasa, colpita da «2001: Odissea nello spazio». Gli presentarono un’offerta che non poteva rifiutare per «dirigere» le prime missioni lunari. Inizialmente declinò l’invito - è la tesi di Kaysing - ma la Nasa minacciò di rendere pubblico il coinvolgimento del fratello Raul con il partito comunista. Così, con un team per gli effetti speciali capeggiato da Douglas Trumbull, «creò» la prima e la seconda missione in un edificio di Huntsville, Alabama.
il set del film |
Quante analogie. Ricordate Capricorn One:un film del 1978, diretto da Peter Hiams. Charles Brubaker è il capo dei tre astronauti che prenderanno parte alla prima spedizione su Marte. Pochi secondi prima del lancio degli astronauti vengono fatti uscire dalla navicella, che comunque viene inviata nello spazio. I responsabili della spedizione della Nasa sono a conoscenza che problemi tecnici avrebbero causato la morte degli uomini all’interno della navetta. Per non affrontare le conseguenze negative che sarebbero senz’altro seguite nel dichiarare la verità, spediscono i tre uomini in una base dismessa, da dove, fingendo di essere in viaggio nello spazio, dovranno trasmettere e tenersi in contatto con la NASA. Il giornalista Robert Coffield indagando sulla scomparsa di un tecnico della base spaziale scopre che… I tre astronauti del film, a differenza di quelli della missione Apollo 11, si rifiutano però di partecipare alla farsa e fuggono.
Fonte:http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/
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