Roma, 4 agosto 2014 - Ebola: l'Oms afferma che i casi confermati di contagio sono oltre 1.600. Nel dettaglio, i dati segnalano che in Guinea sono morte 358 persone, in Liberia 255, in Sierra Leone 273 e in Nigeria 1. Il precedente bilancio risaliva al 31 luglio.
CASO SOSPETTO A NEW YORK - Un uomo è stato ricoverato nel Mount Sinai Hospital di New York e viene sottoposto a controlli per verificare se abbia contratto il virus Ebola. Lo riferiscono i media americani. L'uomo era appena rientrato da un viaggio nell'Africa occidentale, in uno dei Paesi colpiti dal virus, e ha sviluppato una febbre alta, fatto questo che ha allertato le autorità.
L'uomo, che non è stato identificato, si è presentato di sua volontà stamattina al pronto soccorso del Mount Sinai Hospital di New York, dopo aver avvertito i sintomi: febbre alta e problemi gastrointestinali, tipici del virus dell'ebola. I medici lo hanno subito posto in "stretto isolamento" in attesa di effettuare tutti i test, ma per i risultati ci vorranno un giorno o due. "Sono state prese tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei pazienti, dei parenti e del personale dell'ospedale", si legge in un comunicato. "Continueremo a lavorare a stretto contatto con gli addetti sanitari federale e comunali e dello stato per monitorare il caso, informare i cittadini e fornire le migliori cure a tutti i nostri pazienti", conclude la nota dell'ospedale. Nei giorni scorsi, riferisce la Cnn, sei persone erano state sottoposte a esami per sospetto contagio, ma nessuna aveva contratto il virus.
IL SIERO "SEGRETO" - Gli Stati Uniti avrebbero un siero segreto che potrebbe rivelarsi efficace contro il virus. E' quanto rivela la Cnn secondo la quale tre fiale di questo siero sperimentale, mantenuto a temperature sotto zero, sono state inviate in Liberia la scorsa settimana per salvare i due volontari Usa che avevano contratto la malattia. Si tratta di Kent Brantly, rientrato sabato negli Usa, e Nancy Writebol, in viaggio in queste ore alla volta di Atlanta in Georgia. Il 'farmaco' è stato sviluppato dalla società biotech Usa, 'Mapp Biopharmaceutical'. Il siero non e' mai stato testato sugli esseri umani ma si è rivelato promettente nei test sulle scimmie. Secondo i dati della società 4 primati contagiati con il virus sono sopravissuti dopo aver ricevuto il siero entro 24 ore ed altre due sono sopravvissute dopo averlo ricevuto a 48 ore dall'inoculazione di
ebola. Una scimmia, l'unica del gruppo non 'curata', è morta cinque giorni dopo. Sia Brantly, il primo a contrarre il virus, che Writebol, hanno dato il consenso a che il siero (battezzato ZMapp) gli venisse somministrato. Entrambi hanno poi mostrato segni di un miglioramento.
ebola. Una scimmia, l'unica del gruppo non 'curata', è morta cinque giorni dopo. Sia Brantly, il primo a contrarre il virus, che Writebol, hanno dato il consenso a che il siero (battezzato ZMapp) gli venisse somministrato. Entrambi hanno poi mostrato segni di un miglioramento.
"NESSUN PERICOLO IN ITALIA" - "Non c'è nessun pericolo in Italia per la diffusione del virus Ebola". A parlare è il professor Aldo Morrone, tra i medici italiani più esperti di malattie tropicali e in particolare africane. Primario di Medicina delle Migrazioni dell'IFO San Gallicano di Roma è stato l'ideatore, negli anni '80, del primo poliambulatorio italiano dedicato tanto a migranti quanto a italiani senza fissa dimora, a Roma, nell'antica sede dell'ospedale, a Trastevere. Da quell'avvio, nel 2008, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano, venne inaugurato l'Istituto Nazionale per la medicina della migrazione.
Sulle paure italiane da Ebola il professore Morrone ha parole chiare: "Il nostro Paese, già da dicembre 2013, durante la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola in Africa occidentale, ha attivato, in collaborazione con gli uffici dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'ECDC, European Center for Desease Control, il centro europeo di controllo per le malattie con sede a Stoccolma, la rete di sorveglianza internazionale e di sentinella epidemiologica".
"E' stato fatto - spiega il professore - proprio per contrastare l'ipotetica diffusione di qualsiasi virus che potesse arrivare, Ebola compreso, sul nostro territorio. Anche se siamo in presenza di un'epidemia che ha colpito tre paesi, Guinea, Liberia e Sierra Leone, non c'è allo stato attuale nessun rischio che qualche individuo contagiato dal virus Ebola, possa raggiungere l'Italia senza che le autorità sanitarie ne vengano a conoscenza. Non c'è nessun possibile innesco di un focolaio epidemico".
Fonte:http://www.quotidiano.net/
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