Indignados e nuovi populismi non vogliono cambiare il sistema. "Per fortuna sono proteste senza progetto politico", dichiara il think-tank globale dei poteri forti Aspen Institute.
L'ex ministro del Tesoro italiano, Giulio Tremonti, partecipa a un evento organizzato dall'Aspen Institute.
ROMA (WSI) - Secondo gli illuminati ed elite del mondo "rivolte come queste non devono fare paura". Uno studio pubblicato di recente fornisce lo sguardo deipadroni del mondo nel trattare le rivolte degli ultimi anni, come se fossimo giunti alla fine di un’epoca fondata sui diritti, scrive il giornale comunistaContropiano, citando l'ultima ricerca dell'Aspen institute, organizzazione che orienta la leadership mondiale.
Lo studio porta la firma dell'intellettuale bulgaro Ivan Krastev, 50enne presidente del 'Centro di strategie liberali' di Sofia e molto critico nei confronti del populismo montante in Europa ("La gente sta diventando apertamente anti liberale mentre le elite stanno diventando segretamente anti democratiche", ha scritto in un'analisi sul tema).
È un esponente della nuova classe dirigente dell'Est europeo e uno dei più grandi intellettuali dell'ultimo decennio, secondo le classifiche di Foreign Policy (2008). Krastev ha analizzato i movimenti di rivolta come da un osservatorio satellitare, "disinteressandosi dei dettagli", secondo il giornalista Davide Barontini che offre un resoconto approfondito dello studio.
"Le proteste differivano - scrive - ma gli slogan erano incredibilmente simili: ai quattro angoli del globo i manifestanti si scagliavano contro la corruzione delle élite, le crescenti diseguaglianze economiche, la mancanza di solidarietà e di giustizia sociale e il disprezzo per la dignità umana".
Ma aggiunge: "I manifestanti, a differenza dei loro padri rivoluzionari, non mirano a un rovesciamento violento dell’ordine costituito". La nuova generazione degli indignados – di Grecia e Spagna, Italia e Ucraina, Brasile e Portogallo – non ci pensa proprio a "cambiare il sistema".
"Non possiede le conoscenze di base, le categorie, la cultura per poter pensare che questo "sistema" sia rovesciabile; non è insomma in grado di immaginare un altro realistico modo di vivere". Soprattutto, aggiunge Barontini su Contropiano, "è ai margini del pensiero politico, non dentro".
All'estero l'Aspen annovera tra le sue file Rockefeller, il finanziere e miliardario ungherese George Soros, gli ex segretari di Stato Usa Madeleine Albright, Condy Rice e Henry Kissinger. In Italia, solo per citarne alcuni, Giulio Tremonti e Mario Monti, e tra i grandi sponsor aziendali Generali, Fincantieri, Confindustria, Rai, Mediaset, Pirelli, Enel, Fiat e BNL.
Lo studio porta la firma dell'intellettuale bulgaro Ivan Krastev, 50enne presidente del 'Centro di strategie liberali' di Sofia e molto critico nei confronti del populismo montante in Europa ("La gente sta diventando apertamente anti liberale mentre le elite stanno diventando segretamente anti democratiche", ha scritto in un'analisi sul tema).
È un esponente della nuova classe dirigente dell'Est europeo e uno dei più grandi intellettuali dell'ultimo decennio, secondo le classifiche di Foreign Policy (2008). Krastev ha analizzato i movimenti di rivolta come da un osservatorio satellitare, "disinteressandosi dei dettagli", secondo il giornalista Davide Barontini che offre un resoconto approfondito dello studio.
"Le proteste differivano - scrive - ma gli slogan erano incredibilmente simili: ai quattro angoli del globo i manifestanti si scagliavano contro la corruzione delle élite, le crescenti diseguaglianze economiche, la mancanza di solidarietà e di giustizia sociale e il disprezzo per la dignità umana".
Ma aggiunge: "I manifestanti, a differenza dei loro padri rivoluzionari, non mirano a un rovesciamento violento dell’ordine costituito". La nuova generazione degli indignados – di Grecia e Spagna, Italia e Ucraina, Brasile e Portogallo – non ci pensa proprio a "cambiare il sistema".
"Non possiede le conoscenze di base, le categorie, la cultura per poter pensare che questo "sistema" sia rovesciabile; non è insomma in grado di immaginare un altro realistico modo di vivere". Soprattutto, aggiunge Barontini su Contropiano, "è ai margini del pensiero politico, non dentro".
All'estero l'Aspen annovera tra le sue file Rockefeller, il finanziere e miliardario ungherese George Soros, gli ex segretari di Stato Usa Madeleine Albright, Condy Rice e Henry Kissinger. In Italia, solo per citarne alcuni, Giulio Tremonti e Mario Monti, e tra i grandi sponsor aziendali Generali, Fincantieri, Confindustria, Rai, Mediaset, Pirelli, Enel, Fiat e BNL.
Fonte:http://www.wallstreetitalia.com/
Nessun commento:
Posta un commento